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venerdì 12 dicembre 2014

palline di Natale


pallina di Natale in plexiglass rivestita all'uncinetto con della lana rossa....


pallina di Natale in polistirolo rivestita con un tessuto di cotone a quadretti...

venerdì 5 dicembre 2014

La macchia mediterranea: il corbezzolo

Il corbezzolo: la pianta, il frutto e le sue proprietà


NOME BOTANICO: Arbutus Unedo
NOME VOLGARE: corbezzolo, cerasa marina, albatro
FAMIGLIA: Ericacee

DESCRIZIONE:
Il corbezzolo è una pianta sempreverde tipica della nostra macchia mediterranea, può avere un portamento arbustivo o arborescente arrivando fino ai 10 m di altezza.
La pianta è nell'insieme molto bella ed elegante, tanto da essere coltivata nei giardini come ornamentale.
Le foglie sono sulla pagina superiore verde scuro e lucenti, sulla pagina inferiore opache e verde più chiaro, sono coriacee, ovato-lanceolate con margine seghettato.
Il tronco, contorto, presenta una corteccia di colore bruno molto screpolata mentre le ramificazioni secondarie sono rossicce all'estremità.
I fiori sono campanulati, rosati o bianchi-verdicci riuniti in un racemo composto pendulo.
I frutti, molto belli e appariscenti sono delle bacche globose e verrucose, a maturazione di colore rosso scarlatto; se ben mature sono commestibili e di sapore gradevole anche se hanno una consistenza granulosa, mentre i frutti ancora giallo-aranciati sono invece molto aspri.
La particolarità di questa pianta è che fiorisce e fruttifica contemporaneamente. I frutti derivano dai fiori della precedente annata e compaiono da settembre a gennaio.
                          

COLTIVAZIONE:
Il corbezzolo è una pianta molto robusta e vitale e predilige i terreni aridi.
La sua capacità di reazione agli incendi ha dell'incredibile; è infatti la prima pianta a ricomparire dopo un incendio sviluppando in breve tempo polloni sotterranei.

La moltiplicazione può avvenire o per seme, che germina circa 18 mesi dopo la messa a dimora o prelevando un pollone radicato dalla pianta madre.


LEGGENDE BUCOLICHE:
La leggenda vuole che il corbezzolo con i suoi colori abbia ispirato la bandiera italiana:
verde come le sue foglie
bianco come i suoi fiori
rosso come i suoi frutti

Curiosità: il  nome latino di questo affascinante cespuglio rivela una verità:
arbutus unedo: "ar":aspro; "butus": cespuglio; "unus":uno; "edo": mangio; quindi " ne mangio uno solo" , infatti è bene non fare scorpacciate di questo bel frutto che in buone quantità da luogo a stitichezza, problemi gastrointestinali, vomito o, se a mangiarli sono dei soggetti particolarmente sensibili, disturbi ancora più acuti dovuti a intolleranza.

NATURA CHE CURA:
Del corbezzolo si può usare un po' tutto: foglie, corteccia, frutti, radici, mediante infuso, decotto o tintura madre ed è:
  • ASTRINGENTE: a conferirgli questa proprietà è la presenza di tannini che si trovano soprattutto nelle foglie  e nella corteccia. Un infuso di foglie di corbezzolo può essere impiegato per il benessere dell'intestino, come anti-diarroico e in caso di flogosi intestinali. Per uso esterno invece può essere usato come tonico sulla pelle.
  • ANTISETTICO E ANTINFIAMMATORIO: la presenza del glicoside arbutina fa del corbezzolo un buon antisettico delle vie urinarie utile quindi in caso di cistite e infiammazioni delle vie urinarie, la tintura madre viene usata soprattutto per affezioni prostatiche e uretrali. 
  • DIURETICO: permette il drenaggio dei liquidi corporei regolarizzano la pressione arteriosa.
  • ANTIOSSIDANTE: l'azione antiossidante è svolta dalla vitamina C che si trova maggiormente nei frutti.

CUCINA:
I frutti maturi possono essere usati per fare marmellate, gelatine o per aromatizzare succhi e sciroppi.
I frutti fermentati invece possono essere impiegati per fare vini e distillati.
Raro e per questo pregiato è il miele di corbezzolo dal gusto sorprendentemente amaro, ha proprietà balsamiche, antispasmodiche, antisettiche e astringenti, un vero toccasana per chi soffre d'asma. Questo miele, prodotto prevalentemente in Sardegna si trova difficilmente perché il corbezzolo fiorisce in autunno quando, a causa delle condizioni atmosferiche spesso avverse, le api non sempre riescono a bottinare il nettare presente in gran quantità nei fiori.